Restauri privati

Lavori privati, anche di singoli manufatti (dipinti, sculture, pastori, ceramiche, disegni su carta, fotografie d'epoca, stoffe, mobili anche dipinti, modernariato in genere)

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Restauro della chiesa di San Gregorio Armeno - marmi del presbiterio e della navata, pavimento - Napoli


In occasione del rifacimento settecentesco, l'architetto Tagliacozzi Canale studiò una complessa “macchina” absidale, che assicurasse un felice accordo plastico e cromatico agli elementi cinquecenteschi e a quelli di nuovo gusto rococò. La splendida tavola con l'Ascensione di Cristo, opera di Teodoro d'Errico, si trovò, quindi, circondata da straordinari marmi policromi. Elementi mistilinei, paraste mamoree, cornici aggettanti, putti in marmo statuario e decorazioni floreali delle più raffinate crearono un trionfale accordo della scena sacra e profana, così come il più recente gusto settecentesco contemplava. La luce, come elemento unificante di tutta la messinscena, doveva correre sulle parti scultore, evidenziando la ricchezza dei marmi policromi, la maestria delle tarsie. I colori dei marmi erano brillanti e in favolosa armonia con le più stridenti e acide cromie della tavola cinquecentesca. Le gelosie in oro zecchino, simili a quelle della navata più antiche, facevano balzare a metà altezza i fasci di luce, creando contrasti di grande effetto scenografico.
Il misero stato di conservazione in cui versava la splendida macchina absidale impediva una reale lettura dello splendore teatrale, che il secolo d'oro aveva concepito. Solo uno sforzo di fantasia consentiva il riconoscimento degli elementi scultorei, dei marmi policromi.

• PARAMENTI MARMOREI DEL PRESBITERIO

• Stato di conservazione

L'intera superficie presentava un consistente strato di polvere superficiale grasso e fumoso, più mani di antica cera, sporco e macchie di varia natura.
Molte stuccature risultavano incongrue, saltate o non più idonee.
Alcuni incollaggi e stuccature erano stati eseguiti con pece greca e cera.
Le staffature dei paramenti mostravano una leggera ossidazione, così come i ferri di tenuta dei motivi decorativi mobili
Si evidenziavano i segni di eccessive spazzolature di precedenti interventi, che avevano consumato le superfici dei marmi
Un architrave al di sopra della tavola cinquecentesca era fratturato e slittato.

• Intervento

• Pulitura


1. Spolveratura con l’uso combinato di spazzole morbide e aspirapolvere.
2. Lavaggio accurato con decerante industriale per marmi.
3. Lavaggio con una soluzione a base di Ammonio carbonato al 10% e Desogen al 3% disciolti in acqua, stesa con spazzole di saggina, spazzolini e spugne morbide.
4. Rifinitura meccanica della pulizia.
5. Lavaggio finale con acqua deionizzata.

• Consolidamento

1. Sono state controllate tutte le staffe di tenuta dei paramenti, che risultavano in buono stato, se si fa eccezione di alcune tracce di leggera solfatazione che sono state trattate, previa spazzolatura, con convertitore antiruggine.
2. Sono stati trattati con antiruggine, previa spazzolatura, tutti i ferri di ancoraggio degli elementi scultorei.
1. Eliminazione delle stuccature incongrue, decoese, o che avevano perso tenuta.
2. Le stuccature sono state eseguite con Calcio carbonato, calce idraulica o Pozzolana e Primal AC 33, eventuali minime quantità di colori per affresco per assicurare il raccordo cromatico con i marmi originali.
3. Dove necessario è stata eseguita una leggera patinatura delle stuccature con colori ad affresco per assicurare una giusta resa estetica.
4. L'architrave fratturato è stato lasciato in loco, secondo la prescrizione della D.L., dal momento che la lesione si è intesa di assestamento strutturale e non pregiudicante l'intera tenuta degli elementi sovrastanti.

• Protezione e lucidatura finale

Tutti i paramenti marmorei sono stati protetti e lucidati

• ALTARE MAGGIORE

Un lavoro di egregia qualità estetica, di ambito partenopeo, realizzato all'epoca del rifacimento dell'intera chiesa su disegno dello stesso architetto Tagliacozzi Canale, nella seconda metà del Settecento.
Presenta preziosi intarsi di marmi e madreperla, che tessono immagini floreali e farfalle, secondo il gusto rococò. Concludono i laterali due cherubini in marmo statuario.
Il Paliotto non è originale, ma, probabilmente trafugato in antico, è stato sostituito con un pannello in marmo dipinto ad olio nell'Ottocento, con motivi geometrici e floreali, a imitazione della fattura e qualità dell'originale.

• Stato di conservazione

Coltre di particellato grasso, macchie di diversa natura e colature di cera di candele, che deturpavano la bellezza del manufatto.
Stuccature incongrue o non più idonee.
Il paliotto non era più assicurato in modo stabile alla struttura muraria retrostante, dal momento che le staffe si erano ossidate e avevano perso la tenuta necessaria.
Al di sotto della mensa una fascia di marmo, inserita nell'Ottocento, appariva irrimediabilmente fratturata.
La decorazione ad olio del paliotto era in gran parte lacunosa e stinta per errori di manutenzione.

• Intervento

1. Spolveratura con pennelli morbidi e aspirapolvere.
2. Lavaggio con acqua deionizzata e spugne naturali.
3. Pulitura con sapone non ionico in soluzione acquosa al 10% alcalinizzato con ammoniaca al 10% con pennelli morbidi e tamponcini di ovatta.
4. Rimozione delle colature di cera e dei residui oleosi
5. Rifinitura meccanica dello sporco residuo.
6. Ultimo lavaggio con acqua deionizzata e successiva asciugatura con panni di carta.
7. Smontaggio della fascia sottostante la mensa e sua sostituzione con altra in marmo in modo da restituire alla struttura la sua giusta altezza originaria.
8. Sostituzione delle staffe con altre compatibili per spessore e misura in acciaio inossidabile, previo smontaggio del paliotto e dei paramenti laterali.
9. Riallineamento delle parti marmoree e rimontaggio del paliotto.
10. Eliminazione di tutte le stuccature incongrue, perché a gesso o decoese e loro sostituzione con stuccature a base di calce idralulica, carbonato di calcio e Primal Ac 33 ed eventuali minime quantità di colori per affresco, per assicurare il raccordo cromatico con i marmi originali.
11. Integrazione cromatica del disegno lacunoso del paliotto con colori ad affresco e Primal Ac33.
12. Protezione finale.
13. Lucidatura delle parti modanate aggettanti.

• BALAUSTRA

Rientra nello stesso programma di ammodernamento settecentesco, eseguito dal Tagliacozzi Canale.
E' costituita da una serie di balaustrini in marmo giallo e da una mensola superiore caratterizzata da intarsi floreali di gusto rococò, in marmi policromi e madreperla su lavagna.

• Stato di conservazione

La balaustra aveva subito diversi interventi di restauro, come evidenziano alcuni maldestri tentativi di rifacimento degli intarsi originali, perduti in antico. (v. foto).
Molti balaustrini, a causa dell'umidità di risalita, risultavano lesionati, fratturati e lacunosi delle parti costituenti a causa dell'ossidazione dei ferri di tenuta. Di conseguenza lesioni e fratture si rintracciavano anche sul parapetto.
Stuccature non più aderenti o incongrue
L'intera superficie appariva ricoperta da una corposa coltre di particellato grasso, da macchie di sporco di diversa natura, in prevalenza colature di cera.
Si evidenziavano alcuni punti solfatati.
Il gradino d'ingresso all'abside, in corrispondenza della balaustra, presentava una vistosa lacuna dell’intarsio centrale.

• Intervento

1. Catalogazione e smontaggio dei balaustrini lesionati
2. La pulitura è stata eseguita secondo le medesime modalità descritte per l'altare maggiore
3. Eliminazione di tutte le stuccature non idonee.
4. I balaustrini fratturati o che presentavano ferri originali ossidati sono stati ricomposti in modo corretto, dopo avere sostituito i ferri di tenuta, ove necessario, con barre in vetroresina di spessore compatibile e adese con resina epossidica.
5. Le lacune più vistose, presenti sui balaustrini, sul parapetto e sul gradino d'ingresso all'abside sono state integrate.
6. Le lacune di minore entità e le piccole fessurazioni sono state sanate con stuccature a base di malta e colori per affresco.
7. Gli incollaggi delle tarsie fratturate sono stati eseguiti con resina epossidica.
8. Le parti che presentavano solfatazioni sono state trattate con impacchi di Ammonio carbonato e successivamente con silicato di etile a rifiuto.
9. I marmi sono stati protetti .
10. Un trattamento finale di condizionamento è stato eseguito con una lucidatura con cerante sintetico industriale per marmi.
11. Lucidatura finale.

• PARASTE DEI PILASTRI DELLA NAVATA

I pilastri della navata furono rivestiti di marmi policromi, per un'altezza di 2 m. circa, in occasione del rifacimento settecentesco ad opera dell'architetto Tagliacozzi Canale.

• Stato di conservazione

Strato di particellato grasso e fumoso, macchie di varia natura, colature di cera.
I pannelli centrali costituenti la parasta dx, in corrispondenza della terza cappella a dx, e quelli, dx e sx, denunciavano a seguito dell'umidità di risalita la perdita della tenuta delle staffe che si erano irrimediabilmente ossidate perdendo ogni necessaria capacità meccanica.
I paramenti marmorei, in corrispondenza della terza cappella a sinistra, si presentavano non più aderenti alla struttura muraria retrostante e sporgevano di alcuni centimetri dall'asse originale, cui in epoca imprecisabile si era tentato di rimediare con pesanti stuccature incongrue e non più idonee.

• Intervento

1. Sono state eseguite le medesime operazioni di pulitura, protezione finale e lucidatura descritte per gli altri elementi marmorei di nostra pertinenza.
2. I pannelli centrali dei paramenti, non più aderenti in modo corretto alla muratura originale, sono stati smontati grazie all'utilizzo di paranco.
3. Le staffe ossidate sono state sostituite con altre in acciaio inossidabile, opportunamente adese con resina epossidica.
4. E' stato eseguito il rimontaggio in asse dei pannelli precedentemente smontati assicurandoli con le nuove staffe.
5. Sono state eliminate tutte le stuccature non più idonee o incoerenti.
6. Le sigillature sono state eseguite con una malta a base di Carbonato di calcio, calce idralulica e Primal Ac 33, additivata con piccole percentuali di colore ad affresco per garantire il giusto godimento estetico.

• PAVIMENTO – navata, abside, presbiterio, ante sacrestia-

Il pavimento con trapezi in marmo bianco di Carrara e ardesia, a formare una scacchiera, data alla seconda metà del XVI secolo.

• Stato di conservazione

Aveva subito diversi interventi di restauro, spesso impropri.
Si evidenziavano pesanti tracce di sporco grasso cementato da uno strato spesso e opaco e macchie anche estese di diversa natura e consistenza.
Le stuccature eseguite con mezzi impropri presenti avevano perso ogni aderenza.
Reiterati lavaggi scorretti avevano intaccato il tessuto microcristallino dei marmi.
Tracce di solfatazione.
Molte lacune erano state sanate con stuccature a cemento o con inserti arbitrari di mattonelle e marmi non pertinenti per tipologia e misura.
Molti trapezi risultavamo irrimediabilmente fratturati o lacunosi.
Molti trapezi di ardesia della scacchiera risultavano eccessivamente consumati, spesso lacunosi e non più in asse.

• Intervento

• Pulitura

1. Un primo lavaggio generale è stato eseguito con stracci e acqua deionizzata leggermente alcalinizzata con Ammonio idrossido.
2. Dove necessario è stata eseguita una pulitura accurata con impacchi chimici.
3. Ripetuti lavaggi con la medesima soluzione sono stati eseguiti con spazzole di saggina e spazzolini per garantire una più corretta e mirata pulitura.
4. I lavaggi finali sono stati eseguiti con acqua deionizzata.

• Consolidamento

1. Sono state eliminate tutte le stuccature improprie e che non assicuravano il giusto compito di sigillatura.
2. Sono state eliminati tutti gli inserti arbitrari.
3. Sono stati corretti i piani di tutte le mattonelle che risultavano scorretti e non più in asse, scollandole ed agendo sul massetto di allettamento.
4. Tutte le ardesie e i marmi, irrimediabilmente fratturati, sono stati sostituiti con marmi e ardesie tagliate a misura e compatibili per colore e spessore. Le ardesie e i marmi nuovi hanno subito una levigatura mirata in modo da avvicinare il loro aspetto agli originali e per assicurare un giusto godimento estetico degli inserti.
5. Le solfatazioni sono state trattate con impacchi di ammonio carbonato e successivamente con diverse mani a rifiuto di silicato di etile .
6. Le stuccature strettamente necessarie sono state eseguite con resina epossidica e colori per affresco.
7. Le sigillature tra le mattonelle sono state eseguite con carbonato di calcio, calce idraulica e Primal Ac 33 e piccole percentuali di colori per affresco.

• Protezione finale e lucidatura

ACQUASANTIERE – ingresso della chiesa-

Di egregia manifattura settecentesca le due acquasantiere in marmi commessi presentavano:

• Stato di conservazione


Un pesante strato di particellato grasso e fumoso, macchie di varia natura, prevalentemente depositi calcarei dovuti alla permanenza di un forte tasso di umidità presente nelle due nicchie che le contenevano.
Depositi di solfato, un forte stato di degrado per ossidazione per le muffe e di degrado salino delle superfici litiche.
La tarsia di malachite sul davanti dell’acquasantiera destra risultava lacunosa.

• Intervento

Sono state eseguite le medesime operazioni di pulitura, consolidamento, integrazione, protezione finale e lucidatura descritte per abside.


• LAPIDE, PORTALE D’INGRESSO SACRESTIA E ACQUASANTIERA - Vano antisacrestia

Sono elementi che datano al nucleo più antico della chiesa, XVI sec., e si presentavano in un discreto stato di conservazione.

• Stato di conservazione

Si rintracciavano tracce di particellato grasso e fumoso, macchie di diversa natura e consistenza, anche scialbo
Erano presenti stuccature incongrue e decoese

• Intervento

1. Spolveratura con pennelli morbidi e aspirapolvere
2. Pulitura con impacchi di Ammonio carbonato.
3. Rimozione e pulitura con spazzole di saggina.
4. Rifinitura meccanica
5. Lavaggio finale con acqua deionizzata.
6. Eliminazione delle stuccature incongrue o decoese e loro
7. Protezione finale.
8. Lucidatura.

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